Eh eh...
un paio di articoli su nautikit hanno la mia traduzione...

ecco uno stralcio dall'articolo "Materiali d'anima in schiuma nella nautica - di Trevor Gundberg":
Schiuma CL PVC:
Questa schiuma è composta da un PVC termoplastico (poly vinyl chloride) e da polyurea
“thermoset” a legame incrociato (o a forte legame), brevemente, PVC a legame incrociato (ad es.
Divinycell, Klegecell, Airlite).
Questa schiuma fornisce una maggior robustezza e rigidità sia in situazioni statiche che dinamiche,
una buona stabilità fino alla temperatura di 180° F (82° C), buona resistenza alla fatica e una
struttura a celle chiuse per un basso assorbimento di resina ed acqua.
Un problema incontrato nell’utilizzo del PVC a legame incrociato è che alcuni tipi non sono
compatibili con alcuni preimpregnati con epossidica e se la schiuma non è opportunamente trattata,
alcuni di questi preimpregnati potrebbero non aderire sufficientemente.
Il PVC a legame incrociato è usato tipicamente nella realizzazione dei ponti, delle sovrastrutture, di
fiancate e fondo degli scafi, paratie e specchi di poppa.
Schiume SAN e PVC L:
Queste schiume sono composte rispettivamente da stirene acrilo nitrile termoplastico (ad es.
Corecell) e da un PVC a legame non incrociato o “Lineare” (ad es. Airex R63).
Le ragioni dell’utilizzo di questi materiali sono: grande robustezza, buona capacità di resistenza
all’impatto e di assorbimento dell’energia, buona resistenza alla fatica e una struttura a celle chiuse.
Alcuni inconvenienti dal loro utilizzo derivano dall’inferiore rigidità, problemi alle alte temperature
e suscettibilità all’azione dello stirene (lo stirene della resina potrebbe filtrare attraverso la schiuma
facendo sì che la resina non indurisca e che si degradi la schiuma). Queste schiume sono utilizzate
tipicamente dove è prevalente la sollecitazione da impatto, come nel fondo e nelle fiancate degli
scafi.
Schiume PUR e PIR:
Le schiume di poliuretano (PUR) e di poliisocianurato (PIR) possiedono una buona resistenza alla
compressione e proprietà fisiche moderate(?) alle densità più alte, ma tendono ad essere friabili o a
deteriorarsi col tempo. A causa di ciò, queste schiume vengono impiegate per la realizzazione di
pannelli per l’isolamento acustico, non soggetti a stress. Le versioni a densità più alta e meno
friabili di questa schiuma sono utilizzate ampiamente nella realizzazione di specchi di poppa (in
virtù dell’alta resistenza alla compressione), mentre i materiali a bassa densità vengono usate negli
stampi o in “stringers” (?).
Esistono anche altre versioni di queste schiume, realizzate per utilizzi specifici, come le versioni CL
di PVC e SAN resistenti alle alte temperature per l’utilizzo con i preimpregnati. Altre schiume
come la PMI (ad es. Rohacell) e la PEI (Airex R82) sono impiegate nella costruzione aeronautica in
virtù del loro alto costo e per questioni di utilizzabilità nell’ambiente marino (ad es. assorbimento
d’acqua)Il
termanto è una particolare forma di PVC un cui questo è tagliato a cubetti che vengono fissati ad
un tessuto sottile; lo scopo è quello di ottenere un materiale che riesca a seguire più agevolmente le
curve dell'oggetto che si vuole realizzare (vedi foto 3 del post di chiossul). Lo svantaggio è che laddove
i cubetti di separano per realizzare la curvatura, occorre stuccare e, di conseguenza, il peso aumenta...
Il polistirolo, es. styrofoam, (quello bianco che viene utilizzato per la realizzazione di profili alari, etc...)
è un altra plastica ancora. Ha dalla sua l'estrema leggerezza (la metà delle altre schiume) ma di contro
ha caratteristiche meccaniche inferiori del, più o meno, 30%; in più, a differenza delle altre schiume, non
può essere utilizzato con resine poliestere e vinilestere, perché contengono stirene che è un solvente
del polistirolo, solo epossidica, quindi...
Il casino utilizzando le schiume è che queste, a differenza del legno, non danno al sandwich in via
di realizzazione quasi nessun apporto strutturale, essendo la loro funzione solo quella di distanziare
le due pelli (interna ed esterna) di composito, limitandosi a offrire solo una minima resistenza alle
sollecitazioni di taglio.
Il difficile è calcolare il numero di strati del composito che forma le due pelli (interna
ed esterna) del sandwich perché, mentre è abbastanza facile arrivare ad un livello di rigidità molto alto
anche con pochissima fibra e resina, esiste la necessità di conferire al sandwich caratteristiche di
resistenza alla compressione e alla "punturazione" che fanno salire il numero di strati da applicare e, di
conseguenza, il peso. Difatti, spesso questo tipo di sandwich si lamina in carbonio (rigidissimo e legge-
rissimo) ma i costi lievitano...
Va da sé che occorre trovare un compromesso tra resistenza e peso finali del sandwich, per non scoprire
alla fine che sarebbe stato meglio farlo in balsa...

Però è divertente!