Luisella e il suo skin , Ammassalik

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trinakria
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by trinakria »

:mrgreen: :oops: Ti Ringrazio per il grosso complimento........!!! Aspetterò ogni giorno il tuo racconto .....!!! :mrgreen:
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Renato74
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by Renato74 »

Interessantissimo,
io ho usato la formula
lunghezza totale finito = apertura braccia x 3
(come si vede anche nel sito di Renzo Beltrame)
ed il longherone è lungo
apertura braccia x 3 - 1 cubito
voi per fare questo da rolling avete fatto
lunghezza totale finito = apertura braccia x 3 + 1 cubito

Se io dovessi fare un greenland da rolling sarebbe lungo 630 cm, non avendo mezzi per trasportarlo sarei costretto a farlo divisibile.

Luisella, scrivi pure tutto, non solo ti leggiamo volentieri ma la tua esperienza è importante per capire le "sfumature" della costruzione di uno SOF tradizionale :wink:
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heimiti
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by heimiti »

Ciao Leo, abbiamo kayak con longheroni ad inclinazione differente anche se non di molto, il più acuto è quello di Andrea (il suo kayak è risultato un ago, Needle come lo ha chiamato), il più aperto quello di Gianfranco (è il più largo e profondo data la sua stazza), ma purtroppo, non ti so dire gli angoli data la difficoltà linguistica maggiore nei primi giorni. Le dime, o distanziatori interni, erano diversi per cui ognuno aveva la sua serie numerata col nome scritto sopra. Turner ha seguito una logica per me non facile da comprendere anche per le difficoltà linguistiche che ho incontrato e per l'uso degli inches. Spesso ci ha spiegato che certe sue scelte erano dettate dall'esperienza più che dai calcoli. Attraverso i consigli che stai e state dando a Trinacria e Renato mentre stanno costruendo il loro primo SOF, seguo e cerco di comprendere maggiormente ricordando quel che Turner mi ha fatto fare o ha fatto lui stesso (lavori di precisione e di calcolo). Gli appunti serali (si fa per dire, dato che spesso tornavamo nel cuore della notte, io distrutta) sul mio diario sono in parte ancora da decifrare e ordinare e tradurre (alle volte ho scritto in pessimo americano non ricordando le parole italiane!). Sto poco per volta riguardando con grande cura le fotografie scattate nel laboratorio e cerco i particolari per ricordare e per confrontarli con quelli degli altri tre kayak.Forse scriverò una sintesi del lavoro effettuato ogni giorno del laboratorio scrivendo tutto quel che mi ricordo. La mia documentazione è in formazione: ho portato a Catania la fotocopia della parte sulla costruzione del kayak dal libro di H.C. Petersen, "Skinboats of Greenland" (ho solo le fotocopie, del libro imprestatomi da Tatiana; precedentemente mi era passato tra le mani la copia di Alessandro C. specialista del baidarka di Derek Hutchinson). Francesco a sua volta l'ha "copiata" fotografandola per cui ha le foto elettroniche (il libro non è più in vendita, mi dicono) a cui forse puoi accedere se ti occorre. Mi riservo di risponderti meglio dopo queste consultazioni fotografiche e del diario. Grazie per l'interessamento, è davvero un'ottima modalità per imparare. Se avessi il luogo e l'attrezzatura necessaria, ripeterei sin da ora l'impresa con più consapevolezza, precisione e scelte personali dettate dal confronto e consigli con tutti voi.

Ciao Trinakria, grazie per la fiducia.

Ciao Renato, grazie per l'incoraggiamento.
Nel diario del giorno 1 ho scritto:
apertura alare + cubito = lunghezza pagaia (per kayak da rolling che è un LV)
apertura alare x 3* = lunghezza kayak
pugno (con pollice chiuso dentro) = altezza isserfik (poggia schiena) del kayak da rolling (acque basse, interne, riparate);
pugno + pollice alzato = altezza isserfik del kayak da acque alte;
pugno + pollice alzato + ano piatta sotto = altezza isserfik del kayak da caccia (porta i pesi dell'attrezzatura della caccia, pesca e il peso delle prede che, se notevoli, venivano agganciate ai lati)
Metto la foto del mio kayak al primo giorno e del diario di Turner con le misure
Francesco ha un kayak quasi di 6 metri. Il problema delle auto gli Inuit non l'avevano e, se dovevano portarsi il kayak sulle slitte, ne avevano uno molto più piccolo (kayak invernale anche da tempesta). Gianfranco ha scoperto di avere un kayak tanto lungo che sulla sua auto non ci sta, benchè porti solitamente un'Aretusa della Over-line.
Una curiosità che mi ha fatto sorridere, prendendo le misure metodo "inuk" ho scoperto di essere una donna vitruviana, altezza ed apertura alare uguale! (cfr. Leonardo Da Vinci)
* questo dato l'ho tratto dalla fotografia del cartone di lavoro compilato da Turner. Sul diario nello schemino compilato con Francesco e Gianfranco vi è scritto: apertura alare x 3 + 1 cubito (chiederò a Turner, vi farò sapere). Prendo per corretto il cartone scritto da Turne di cui vi accludo foto (solo i miei dati per privacy altrui) con le misure da sinistra: Wingspan (apertura alare); Hips (fianchi); isserfik, traversa schiena; masik (arco ponte ant.)
Disegno di Trinakria: la persona seduta ha gambe un po' sollevate e piedi a squadra. Noi abbiamo preso le misure con le gambe stese ed i piedi completamente flessi in avanti (i nostri kayak sono a LV o, in italiano, a basso volume).

Aiuto! come si inseriscono i file fotografici o, meglio, di che dimensione e formato debbono essere? Grazie!
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by trinakria »

:wink: Generalmente .si dovrebbero restringere , o quantomeno non devono superare gli 800 mgb totali!!! :wink: Ma se vuoi lo spiego in modo più semplice....... In tutti i pc esiste preistallato un programma per aprire i file fotografici, uno dei più diffusi è Microsoft Office Picture ......una volta aperto , clicca su modifica immagine ,clicca su ridimensiona.......sotto la voce larghezza e altezza personalizzate ,trovi 2 rettangoli inserisci le cifre 500 x 500 .....e clicca su ok ...........il gioco è fatto !!!! Per non cadere in ot.............. diciamo che è un metodo inuit !!!! :lol: :lol: :lol:
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by leonardokayak »

Grazie per le delucidazioni [smilie=pdt_piratz_05.gif] Qualsiasi dettaglio è sempre interessante e sinora ci hai fornito molti particolari che sono sempre graditi. Io ho potuto visionare il kayak finito di Andrea e sono rimasto sbalordito dalle caratteristiche "estreme". Ho subito notato che l'inclinazione dei longheroni era molto accentuata (ecco perchè avevo posto la domanda, ma posso andare a rilevare i gradi esatti direttamente sull'esemplare perchè il proprietario si mette a disposizione). Ma non è questa l'unica carattersitica particolare infatti ci sono soluzioni che fanno intuire la grande esperienza e il "mestiere" di quel vecchio "volpone" di Turner. Sicuramente lui riesce a fare pochissimo spreco del telo di rivestimento : infatti inserisce sulla coperta davanti e dietro il pozzetto una "pezza" triangolare recuperata dalla zona di prua o poppa, sistema questo che ritengo gli consenta di rivestire due kayak con un solo telo. Poi ho notato che in molti dei passaggi costruttivi lui predilige il sistema che fà economizzare tempo (senza però nulla togliere alla robustezza del kayak). Comunque sono rimasto ammirato per il risultato finale che è davvero di alto livello : si capisce che dietro quel risultato c'è un personaggio del calibro di Turner (senza nulla togliere a quanto da voi fatto che è da applaudire).
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by heimiti »

Trinakria, grazie. Non so da cosa dipenda, dopo varie prove ho ridotto sino a 28 kb il jpg ma continua a non prendermelo. Mi dice: errore non hai l'accesso a questo file. Ho un Mac, riduco le immagini sia in automatico con Anteprima, sia manualmente salvando con nuovo nome. Posso sempre inviare le foto via email e qualcuno prova a metterle, ma vorrei poterlo fare io per comodità. Grazie per l'assistenza!
Pare che il miracolo sia avvenuto...
La didascalia della foto è:
Da sinistra le mie misure
Wingspan (apertura alare); Hips (fianchi); isserfik, traversa schiena; masik (arco ponte ant.)
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by heimiti »

Leo immagino che tu possa prendere qualsiasi dato dal SOF di Andrea, ricordando che il suo è il più estremo (needle, appunto) dovuto alle misure di Andrea. Se poi mi scriverai l'inclinazione dei longheroni apprendo con più consapevolezza (per ora non ho a disposizione il mio che si trova ancora a Catania: spero non mi arrivi "ingrassato" per arancini, cassate e tutte le cose buone siciliane!).
L'uso del tessuto col triangolo ant e post di recupero, è per economia e, se ben cucito (non è stato il nostro caso sia per inesperienza sia per stanchezza sia per mancanza di tempo) può essere un motivo non disdicevole che ricorda come venivano utilizzate dalle donne Inuit le pelli per il rivestimento.
Turner ha messo a punto un metodo facile e veloce per la scuola: è il suo attuale mestiere. Immagino che abbia sfoderato soluzioni adatte a noi sapendo (da note richiesteci antecedentemente) che due di noi avevano poca dimestichezza con certe attrezzature. Sarei curiosa di vedere un kayak costruito da lui per sè senza economia e col tempo illimitato. So che costruisce anche riproduzioni di kayak museali.
Grazie per la tua pazienza.
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by leonardokayak »

Sono pienamente convinto che le soluzioni di Turner sono validissime e poi sono sempre rigorose sotto il profilo del puro stile Greenland : la mia stima nei suoi confronti è enorme e si è ulteriormente incrementata dopo aver assistito anche indirettamente al wokshop di Catania. Mi è solo piaciuto soffermarmi con curiosità su questi dettagli costruttivi e anzi ti posso anticipare che adotterò alcune delle sue soluzioni nel sof che stò per realizzare destinato a mia moglie.
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by giupa »

Ciao Luisella, anche io ti ho seguita in questa emozionante avventura!!!! E avevo detto a Leo, vedrai che Luisella avra' preso appunti e potra' darti le risposte ! abbiamo sentito anche da Andrea che sono state giornate e nottate massacranti, pero' la soddisfazione di avere costruito il TUO kayak..... che meraviglia [smilie=pdt_piratz_06.gif] Grande Luisella, continuero' a leggerti con piacere! baci e ci vedremo tra poco a Bibione :D :D :D
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by heimiti »

Ciao Giupa, grazie per le belle parole incoraggianti!

Sempre il primo giorno, cercando di comprendere cosa sia un kayak Inuk, con il kayak di cartone Cheri esegue i movimenti principali che ci permetteranno di prendere correttamente, ognuno di noi, le proprie misure sul kayak in costruzione. Osservate i piedi: il loro rapporto con il tukerumiaq, la traversa all'altezza dei piedi, e come si muovono durante le varie manovre. Si comprende perchè nel kayak da rolling si prende la misura coi piedi flessi il più possibile.
Ricapitolando:
nel kayak-modello mobile con legnetti accatastati ai lati ed i longheroni posizionati
- si stabilisce la posizione dell'isserfik (traversa schiena) -n 7- stando seduti colla schiena perfettamente dritta, come se la testa fosse tirata verso l'alto da un filo immaginario, e 4 cm indietro dal contatto col sedere
- si stendono le gambe completamente e si flettono al massimo i piedi in avanti: al contatto con l'alluce si mette l tukerumiaq (traversa piedi) - n 4 -
- si segna il punto di centro del kayak che si trova davanti al proprio bacino - M -
- si prepara il pozzetto con dei legni mobili accatastati lateralmente ai longheroni, per trovare il punto di inserimento e l'altezza del masik (archetto ponte anteriore) - n 6 -
eppoi per reggere la mastra (paava) posta tra il masik archetto ponte anteriore) e l'isserfik (traversa schiena): trovata la forma più adatta alle proprie misure (rotonda, è più piccola, entra meno acqua, ma è più difficile entrare ed uscire; a uovo, facilita l'entrata/uscita particolarmente nelle persone di taglia maggiore. La mastra ad uovo nacque tra gli Inuit che si trovavano a percorrere zone dove scarseggiava il legno, così le composero con più pezzi dando luogo a quest'ultima forma). Ora si prova oltre all'entrata, l'uscita dal kayak, il momento più cruciale. Sono questi due movimenti che hanno dato luogo alla scelta delle dimensioni della mastra, ed all'altezza massima della parte anteriore del kayak (altezza masik e forma interna) sapendo la misura di quella posteriore che corrisponde all'altezza del pugno chiuso (nel mio caso: 11,8 cm). Si segnano le misure in un quadernetto.
In corrispondenza di M (segnata in alto) nella parte bassa, si segna a matita il rettangolo della prima costola - R - (e della mortasa) sul longherone già piallato, angolato e smussato (si accoppiano, si pinzano e si piallano a mano ed insieme per simmetria) nella parte esterna per evitare che il tessuto che lo coprirà possa tagliarsi. Infine si segna la posizione appena trovata del masik - 6 - con S (=traversa) ed il suo numero. Si riporta la larghezza massima del kayak sulla dima centrale in costruzione.
Ammassalik ha 13 costole, 10 traverse (tra cui 5 piallate completamente a mano che costituiscono le 5 con nome groenlandese e con la posizione trovata con la seduta del kayaker. Le altre si mettono tenendo conto che sui longheroni all'estrema prua e poppa consideriamo un cubito per l'attacco della prua ed un cubito per l'attacco della poppa. Nel mio kayak vengo così ad avere la misura di 4,04 entro cui distribuisco le costole ad intervalli pressochè regolari con la complicazione d'una costola che si viene a trovareal millimetro tra il masik -n:6 - e l'archetto di prua - n:5 -).
Oggi Turner ha stabilito una regola assoluta: vietato l'uso della carta vetro che sfibra il legno: in seguito, a contatto con l'acqua, rivela le fibre rotte e l'indebolimento generale del punto. Si usano solo le pialle a mano o il coltellino da legno attenti al verso delle fibre stesse.
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by heimiti »

Altre foto significative sempre del primo giorno:
- assemblaggio del kayak "mobile" per trovare le misure (altezza, posizione) delle varie traverse e della mastra, del punto centrale e costole.
- particolare dell'assemblaggio: dima centrale e come viene bloccata
- la misurazione della traversa dei piedi (tukerumiaq) fatta coi piedi distesi
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Last edited by heimiti on 10 May 2011, 0:58, edited 3 times in total.
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by trinakria »

:wink: Quella di non usare la carta vetro è un'appunto da prendere molto in considerazione ........ visto che il legno non avrà copertura finale impenetrabile come resina o vernici di altro genere totalmente coprente , ma solo olio .........lavoro più meticoloso .....ma da fare!! :wink:
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by Renato74 »

C'ho azzeccato a mia insaputa non usando la carta vetrata :shock:
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by heimiti »

L'altra notte ho rinunciato ad inserire altre foto: anche se ridotte ad un francobollo non sono riuscita ad allegarle, venivano rifiutate.
Note e riflessioni
E' interessante ciò che mi hanno scritto gli amici giapponesi della Qajaq.np (la quarta nel mondo ad avere avuto l'onore di far parte della prestigiosa QAANNAT KATTUFFIAT che preserva il Greenland's kayaking heritage).

Hitoshi Maida:
This qajaq is a fighter for roll competition. Shallower angle of gunnels makes rocker deeper, and it makes buoyancy in both ends bigger. All may work as restoring force from virtical position.

Eiichi Ito (il Presidente)
There is no regulations method in how to make the kayak. It is always entrusted to your judgment. In a word, the kayak making is "Freedom. "
There was no method "Description" in Inuit's culture. Therefore, how to make the kayak was an oral instruction by each family.
You can establish your methodology. However, we should uphold tradition about the shape of the kayak.


e sempre Eiichi Ito:
Maybe, there might have been similar in Inuit's past society. The young person always wants a new attempt. I will encourage it. However, we should not take an original design in the purpose of defending certainty "Culture of Greenland" And, when the kayak is made, we should not do "Measurement". Inuit was making the kayak on the body size.

Ogni skin-on-frame ha la sua individualità, dovuta alle misurazioni antropomorfiche personali, alla scelta delle soluzioni costruttive suggerite dai legni (è il bosco che dovremmo ascoltarei, come erano i legni derivati dal mare che parlavano ai popoli artici), avendo in sè l'immagine della forma tradizionale da tramandare. Gli skin-on-frame groenlandesi non sono nati per il turismo, ma per la caccia e la pesca attuate in uscite normalmente - e relativamente - brevi, con carico e margini di resistenza e di stabilità limitati dalle condizioni in cui operavano e nei luoghi ove vivevano. Ciò mi fa pensare che col SOF sia naturale ridurre al minimo le attrezzature e utilizzare al massimo le prestazioni del kayak e delle mie competenze (sempre e assolutamente da migliorare). Quindi, le prestazioni del kayak stesso dipendono da me, la costruttrice. Ma occorre avere ben precisa la forma del kayak groenlandese, diversa tra Est ed Ovest, da preservare a tutti i costi, onorando questo antico popolo straordinario, aiutandolo a mantenere o a ritrovare la propria identità confusa dagli occidentali che in qualche modo li hanno colonizzati. Date un'occhiata a:
http://www.italiammassalik.it/ Progetto per la conoscenza, la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale tradizionale degli Inuit dei villaggi del distretto di Angmagssalik - Groenlandia orientale, E' la conoscenza di questo progetto e la mia adesione ad esso che mi ha fatto decidere di costruire e chiamare il mio skin-on-frame Ammassalik. Oltre all'uso in acqua per cui è nato, sarà spesso ambasciatore in varie esposizioni che verranno organizzate per far conoscere l'esistenza della popolazione degli Inuit, delle loro problematiche, dell'esistenza del progetto. Dovremmo conoscere e riflette sulla loro identità e grande saggezza ricca di spunti ed abilità nei confronti del saper vivere in armonia con la Natura e noi occidentali da loro abbiamo molto da imparare per sopravvivere noi stessi ai disastri ambientali e ai disastri relazionali tra le varie popolazioni del mondo (leggi: guerre).

Approfitto per inserire le foto del buon umore che procura il cibo siciliano (l'alimentazione è fondamentale quando si vive perennemente nella concentrazione).
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Last edited by heimiti on 17 Jan 2012, 1:14, edited 7 times in total.
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Post by Renato74 »

Hitoshi e Eiichi devono essere due persone magnifiche, seguo da poco le loro opere, ma penso che siano dei poeti del Greenland, è sempre bello leggere i loro pensieri!

Tornando alla tecnica, ho provato anch'io i movimenti dei piedi, e anche qui (solo per fortuna) sembra tutto funzionare correttamente, questo aspetto non lo conoscevo, ma riesco ad intuirne la necessità, ottimo!

Grazie ancora Luisella del tuo apporto :wink:
Last edited by Renato74 on 9 May 2011, 21:35, edited 1 time in total.
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