Luisella e il suo skin , Ammassalik

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chiossul
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Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by chiossul »

Catania , si è concluso da poco un workshop a cui hanno partecipato alcuni kayaker's tra cui la nostra amica Luisella Valeri .In un centinaio di ore ha portato a termine il suo Ammassalik.
Io spero che verrà a trovarci e a raccontare questa sua avventura ...Non completo appositamente questa descrizione del suo Ammassalik, perchè appunto spero e sarei onorato di leggere dal suo pugno .

Che io sappia la cara Luisella si è appropriata di un titolo che gli fà onore .
La prima donna in Italia a costruirsi uno skin !!!!! accetto smentite

eccola qui al lavoro ( foto rubata ;-) ) e la sua nuova creatura.
LUISELLA a te I dettagli ;-) siamo tutto orecchi !
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LUCIDI FABIO

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Ed ora in famiglia c'è anche un Thae Marine Greenland LC
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by Renato74 »

Stupendo! brava Luisella, sono tutt'occhi non vedo l'ora di leggere la sua esperienza [smilie=pdt_piratz_05.gif]
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trinakria
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!!

Post by trinakria »

:mrgreen: Se è di Catania .........il doppio complimentone ....... la prima donna costruttrice Sicula doveva essere !! [smilie=pdt_piratz_06.gif]
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by flytrout »

:shock: Complimenti brava Luisella finalmente quote rosa. Luisella se ci leggi batti un colpo. scrivo a nome personale ma penso che molti siano d'accordo con me, ci farebbe molto piacere sentire la tua esperienza nella realizzazione dello skin, ma anche sul suo utilizzo.
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chiossul
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by chiossul »

Se è di Catania
no! è donna di mare !!!! da far arrossire i lupetti di mare , e vive a Genova :wink:
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Thoosa: kayak stitch&glue in salsa greenland (progetto "Puzzle" di F. Lucidi).
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by skiuma »

complimenti Luisella, ho seguito (via FB) il workshop durante il quale hai realizzato il tuo capolavoro e sicuramente ho invidiato (bonariamente) l'atmosfera che si percepiva durante il lavoro! [smilie=pdt_piratz_05.gif]
PER ASPERA AD ASTRA

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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by leonardokayak »

Quella di Catania una iniziativa ammirevole e bisogna fare un plauso agli organizzatori e ai maestri Turner Wilson e Chery Perry, oltre naturalmente a Luisella che credo anch'io possa vantarsi come la prima donna in Italia ad essersi costruita il suo sof [smilie=pdt_piratz_06.gif]
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heimiti
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by heimiti »

Grazie a tutti per la calda accoglienza!
Ho precisato x email a Chiossul - gentilmente mi invitava ad entrare tra voi costruttori con il mio Ammassalik - che ho avuto l'opportunità e la possibilità di costruire il SOF grazie ai bravi organizzatori del workshop a Catania (Maremotu.it) che hanno invitato i bravissimi Turner Wilson (architetto) e Cheri Perry (istruttrice ed allenatrice di G-style e di Yoga), entrambi - Kayakways.net - conosciuti ed apprezzati alla Vulcanoa 2 (http://www.vulcanoasymposium.com).
Sono state giornate intense, molto lunghe, piene ed emozionanti, io sovrastata dalla fatica fisica (duro lavoro fisico e di attenzione, molte ore in piedi con conseguenze particolarmente pesanti per le gambe, spuntini golosi e disordinati, molto sonno, sempre al chiuso con luce artificiale nelle "catacombe") e dall'emozione profonda proveniente dal legno e dal vedere poco a poco apparire tra le mie mani e quelle dei compagni dei veri gioielli! Avrei desiderato molte giornate in più per godermi lentamente e profondamente il processo della nascita concatenata e la bellezza materica dei legni, dei lacci, del toccare, tirare, piallare, assimilare il profumo che si sprigionava man mano...
Era da anni che desideravo costruire, ma non avevo il posto, nè l'attrezzatura e da sola avrei incontrato difficoltà notevolmente maggiori, forse insormontabili, rispetto alle mie abilità ed esperienze.
Non sono ancora attive in Italia scuole di costruzione di skin-on-frame e, dato l'avanzare della mia età, ho colto al volo la bella occasione che mi si è presentata, consapevole che i due americani provenivano dalla scuola di Maligiaq Padilla di Sisimiut (Groenlandia Ovest) che alcuni di voi hanno avuto l'opportunità di conoscere a Bibione l'anno scorso quando si è esibito nel G-style di cui è pluricampione groenlandese.
Ho raggiunto Catania (magnifico l'Etna innevato, il mare blu porcellana, i palazzi barocchi, i cieli scintillanti di luce trasparente solare, il profumo del buon cibo) con un fly low cost per cui Ammassalik è ancora in Sicilia ad inebriarsi di profumi di glicini, zagare, gelsomini, salino rimasto dal varo, affidato ai simpatici compagni siciliani di costruzione "fratelli mezzo-groenlandesi" per questa esperienza vissuta assieme. (continua)
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by torelangella »

complimenti vivissimi Luisella
DIVENTA SOSTENITORE !!!

ciao Tore
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by trinakria »

[smilie=pdt_piratz_06.gif] Luisella da come ne parli.... e lo dico da costruttore ........ o meglio da drogato da costruzione acuta ...... mi hai fatto vivere tutti i passaggi , me li sono gustati immaginandoti davanti i miei occhi!!!!! E' fantastico come l'autocostruzione renda qualsiasi persona di......... ceto sociale, sesso, carattere diverso e qualsiasi altra cosa ....uguale l'un l'altra !!!! Vedrai che non sarà la prima e l'ultima esperienza .............. sono pronto a scommetterci " :oops: le mie arance di sicilia " :oops: :lol: :lol: :lol: GRANDE!!!!!!!! :wink:
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IceMind
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by IceMind »

bravissima Luisella! :D
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heimiti
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by heimiti »

Conoscete la storia che capitò ad alcuni alpinisti italiani in una spedizione himalayana anni fa? Una spedizione veloce a tempi sostenuti. Ad un certo punto gli sherpa si sedettero e non vollero sentire ragione per avanzare. Nulla da fare. Dopo mezz'ora, come d'incanto, si alzano e riprendono con lena la salita. Al campo base si chiese loro come mai si fossero fermati. Risposero: "Stavamo andando così veloci, che le nostre anime sono rimaste indietro. Ci siamo seduti per aspettarle e quando ci hanno raggiunto ci siamo rialzati a camminare insieme a loro". Questo, più o meno è successo a me. Il workshop è stato intensissimo e faticoso e, ritornata a casa, ho avuto bisogno di tempo per riassestarmi. La troppa velocità ed il lavoro senza sosta mi hanno, ad un certo punto, interrotto l'interconnessione necessaria per godermi sino in fondo la costruzione e la nascita di questa bellezza viva che è il SOF groenlandese.

-Workshop di 150 ore in 10 giorni più 2 di pitturazioni, asciugature, particolari, pulizie, sgombero magazzino dove abbiamo lavorato.
- Partecipanti: Andrea di Palermo, Gianfranco di Catania, Francesco di Trapani, Luisella di Genova, più Turner Wilson (architetto in pensione e costruttore di kayak da più di 10 anni, vincitore di 6 medaglie in Groenlandia per rolling) e Chery Perry (campionessa di G-style in Groenlandia nel 2004 e nel 2005, insegnante di questa specialità e di yoga, 4 stars BCU), i nostri magister e magistra, da Brownfield, Maine, USA, entrambi sono stati allievi di Maligiaq Padilla (di Sisimiut, costa occidentale di Kalaallit Nunaat , la Groenlandia nominata dagli Inuit) sia per la costruzione dei SOF sia per il G-style.
-Locale di lavoro nel sottosuolo, ribattezzato "la catacomba" o "grotta": un ex mobilificio nel centro di Catania, sotto il livello stradale, dove le varie attrezzature antiche, bellissime, affascinanti, erano ferme da più di cinque anni ed abbiamo fatto rivivere coi loro movimenti ritmici e suoni caratteristici.
- Attrezzatura: parte nostra, parte del mobilificio e una parte molto bella, rara, raffinata (come le seghe, gli scalpelli ed i coltelli da legno giapponesi forgiati a mano e firmati; o le bellissime pialle dette "chiave di violino" usate dai liutai), esaltante, di Turner che ci ha lasciato liberamente e generosamente a disposizione
-Legname: i kayak derivano dall'assemblaggio di più parti che provengono da essenze appositamente cercate e scelte sotto la direzione di Turner e Gianfranco.
Appummaq i longheroni (sheer board), deck stringers, oqummiaq prua e poppa (stern and stern post) e kujaaq la chiglia (keel) in douglas (listelli di 5 mt) proveniente dagli USA, e fatto asciugare in un magazzino vicino a Ragusa per 10 anni
Paava, la mastra (cockpit coaming) ed i perni: in quercia bianca tagliata alla fine di settembre 2010 e portata in Italia da Turner&Cheri
Tippik le costole (ribs) in frassino fresco
ajaaq le traverse (cross beam), le tavolette di prua e poppa (straps) Siu e Kingu, in cedro rosso;
Isserfik (back support ) lo schienale, tukerumiaq (foot support) il supporto per i piedi allungati, masik (arched cross beam) il supporto ponte anteriore, seegortofik 1 e seegortofik 2 (knee support) i supporti per le cosce e le ginocchia, in iroko, ottenuti completamente con una serie di pialle a mano
Tipologia del kayak: da caccia, da navigazione in acque profonde, da rolling; abbiamo scelto il kayak da rolling, per cui nella progettazione, misure e costruzione ci siamo orientati su questo.
Misure: ognuno di noi ha il kayak costruito sulle proprie misure. GLI inuit usavano come "metro" misure di parti del proprio corpo. Ognuno di noi ha riportato su un'asticella la misura personale di:
pollice, pugno chiuso, pugno chiuso con pollice alzato, apertura alare, cubito (dal gomito al dito medio dritto) e con queste ci siamo calcolati le dimensioni di ogni pezzo e le misure che abbiamo riportato a matita sui longheroni, iniziando col segnare il centro del kayak che passa davanti al proprio bacino.
Per controllare queste misure, abbiamo precedentemente costruito a terra un kayak con pezzi mobili entro cui ognuno di noi è entrato per provarlo, correggere i vari punti ed avere l'immagine organizzata dell'insieme.
Tessuto: poliestere (non si allenta con l'umidità a differenza del balistico; molto resistente all'abrasione ed allo sfondamento, molto leggero). I buchi delle cuciture sono stati ricoperti da sigillante nero poliuretanico LJFu Total seal 34 per professionismo Hutchinson (l'ho definito bitume: orrore estetico che ci ha permesso in due giorni di provare in acqua il SOF appena costruito), fatto asciugare per una notte.
Pitturazione del tessuto, ad impregnazione con pennello, 3 mani in due giorni, con vernice trasparente oleo-metanica per parquet e per pavimenti in legno interni/esterni (Attiva, tecnici del legno, Keller Lack 61) entro cui abbiamo sciolto il colore in polvere (delle terre, la mia: nero vigna tedesca, TR/0321 - Dolci di Mario Dolci e figli Snc, x artisti e reatauratori, terre naturali coloranti, gr.500); masik, cima intorno al masik, legnetti distanziatori, a pennello tre mani con la vernice trasparente oleo-metanica. Olio di lino a tripla cottura per il frame (struttura in legno) dato abbondantemente a pennello.
Lacci: per legare le parti in legno del kayak: filo a sezione rettangolare sintetico cotto in olio di pesce (portatoci dagli americani); per cucire: filo nero sintetico spesso per la tiratura interna del tessuto, filo bianco sintetico più sottile per la cucitura del tessuto; cima nera sintetica per la mastra (attacco paraspruzzi) e le cime dei ponti. (continua)
Last edited by heimiti on 20 May 2011, 6:35, edited 6 times in total.
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by trinakria »

:mrgreen: Dopo i primi 2 kayak che ho costruito,,,,,,,ho sotto i ferri il mio primo SOF, mi hai fatto venir voglia di tornare subito a lavorarci ........ Il tuo contributo successivo a questo punto diventa per me indispensabile !!!!! :mrgreen:
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by heimiti »

Grazie per la fiducia Trinacria, ma so che sei un ottimo costruttore!
Ho pensato a lungo se farvi la cronaca del mio diario di costruzione, e, dato che NIP lo ha fatto in modo splendido e competente, e la tecnica di costruzione è quasi la medesima, vi risparmio. Ci sono delle piccole varianti dovute a metodologie ed esperienze differenti. Per esempio le misure sono diverse dato che il mio è un kayak "da rolling", un kayak leggero, da acque basse e protette, la cui funzione sarà da gioco. Difficile entrarci, ancor di più uscirci (una costola obbligata mi fa fare un poco di contorsionismo), ma quando si è dentro si avverte di calzarlo alla perfezione e mi obbligherà ad imparare benissimo a rullare dato che non sono sicura di potere uscire tanto facilmente e velocemente...vedremo. La lunghezza è data dalla mia apertura alare x 3(+ 1 cubito)* = 504 che in opera finale è divenuto 508. L'amico Andrea, di statura più bassa della mia ha ottenuto la misura per un kayak di 5,18 m avendo l'apertura alare maggiore della mia. Secondo questo metodo, la lunghezza delle gambe non conta per il kayak se non per stabilire il poggiapiedi (che, nel kayak da rolling, non si usa. O quasi, per cui è messo in modo da raggiungerlo solo a piede completamente steso). Il cacciatore in kayak caccia con le braccia! Il kayak non è una barca dentro cui si sta per navigare, il kayak è il prolungamento di se stessi sulla superficie dell'acqua su cui si scivola per navigare. In questi giorni aggiungo le altre differenze costruttive.

* Svelato l'arcano: apertura alare x 3)( + 1 cubito) = dà la lunghezza del kayak groenlandese dell'est, più lungo (particolarmente la prua) rispetto a quello del W, per potere salire sui blocchi di ghiaccio che scendono da Nord ininterrottamente a causa della corrente discendente dall'artico. Il mio kayak è stato dimensionato anche alla mia età e conseguente meno flessibilità.
Last edited by heimiti on 18 May 2011, 22:12, edited 4 times in total.
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Re: Luisella e il suo skin , Ammassalik

Post by leonardokayak »

Ho notato che Turner posiziona i longheroni con un'inclinazione notevole : ricordi i gradi di inclinazione dei longheroni ? Che tu sappia tutti i kayak sono stati realizzati con lo stesso grado di inclinazione dei longheroni ?
A proposito delle costole grazie della tua spiegazione che dimostra come ti sei ben documentata : a me questo particolare di pag. 25, pur avendo consultato il testo di Cunningham, mi era sfuggito :oops: Comunque sono propenso a considerare che il motivo dell'utilizzo di poche costole nel vostro caso sia più dettato dall'esigenza di contenere i tempi di realizzazione. Ricordi i centimetri di intervallo che intercorrono tra le varie costole ? E questo intervallo è costante oppure varia ?
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