unzibug wrote:ok, perfetto, allora via tranquillo

A scanso di equivoci e per non far credere a nessuno che la cosa sia semplice nè tanto meno veloce o alla portata di tutti, provo a "sintetizzare" il mio approccio al progetto che sto realizzando.
Sono passati circa 6-7 mesi dalla "prima cotta" per un kayak (volevo prenderne uno gonfiabile...) alla consapevolezza ed in seguito ai primi tratti con carta e matita dei piani di un kayak in legno.
Il progetto di Renzo Beltrame è denominato "Michela Terza".
Sul suo sito personale potrete trovare ogni riferimento al millimetro.
Inoltre, per alcune finiture estetiche e funzionali, mi sono lasciato ispirare dal "Mill Creek 16,5" della statunitense Clc Boats.
Studio ogni dettaglio e mi documento sull'auto costruzione di kayak dall'ottobre 2015, ho iniziato a disegnare il "mio" progetto a gennaio.
E' una imbarcazione leggera, trait d'union tra il kayak e la canoa.
Ho eseguito i primi tagli sul compensato la prima settimana di febbraio del 2016.
Ho impiegato settimane a reperire i materiali necessari, facendo calcoli, ore e ore di disegni e prove varie, spesso fino a notte fonda.
Ho fatto tanti km in macchina con e senza carrello per reperire i materiali.
Telefonate ed email, misurazioni ed errori.
Scoraggiato, ho visto diversi kayak, canoe e trabiccoli vari usati e nuovi in vetroresina, plastica o che ne so io.
Intanto, per non farmi scappare nessun dettaglio sulla costruzione di imbarcazioni, ho visitato con regolarità due cantieri navali: in uno di questi prendeva vita una barca in vetroresina di circa sei metri e ho visto i vari passaggi costruttivi giorno per giorno fino al suo varo.
Ho visto come si lavora la vetroresina a livello professionale e mi sono tolto molti dubbi confrontandomi con un professionista che ha iniziato col legno 40 anni fa e oggi lavora la vetroresina. (P.s. faceva anche kayak ai tempi d'oro dei siluri di vtr).
Inoltre, vivendo a dieci metri dal mare, nei ritagli di tempo ho aiutato un parente (uno zio che è quasi un fratello) al ripristino di una barca di tipo open, lavorando per un paio di settimane con resine varie, stucco gelcoat, mat, paste abrasive, antivegetativi e compensati marini di ogni tipo e qualità.
Mi sono fatto pure una cultura sulle varie tecniche di costruzione, gli stili e gli impieghi del kayak tradizionale e moderno.
Ho fatto varie simulazioni, una su tutte nel mio salotto: ho ricostruito in cartone e nastro americano il pozzetto di un kayak "turistico" di Tom Yost, progetto che ho subito abbandonato poichè non adatto alle mie esigenze e che mi ha fatto orientare su di una "imbarcazione leggera".
Quando ho capito che ciò che cercavo non si trovava in commercio, ho deciso di iniziare a costruire da solo una piccola barca.
Mi sono documentato sui materiali per mesi: le varie tipologie di resine, legni e attrezzatura varia.
Ho tratto ispirazione anche da vari forum tedeschi di autocostruzione per barche a vela tipo Yole o per le cosiddette 50/50 sail canoe, barche per metà canoe e per metà a vela.
A sostegno delle mie argomentazioni e per invitarvi a leggere il suo dettagliatissimo lavoro, vi rimando al sito di Renzo Beltrame, sulle pagine del progetto che sto realizzando:
http://goo.gl/mcJ9lZ
Se invece volete vedere l'americano Mill Creek, questa è la pagina:
http://goo.gl/b3x9tr
Altre utilità e ispirazioni sono state tratte da barche del genere:
http://www.selway-fisher.com/Sailcanoe.htm
Se tutto ciò non bastasse, vivo in una famiglia di "Lupi di mare" da generazioni:
dal mio bisnonno materno, pescatore professionista sulle lance a remi del secolo scorso fino a mio padre che ha all'attivo ben 35 anni di navigazioni in tutto il mediterraneo.
Ciò che non c'è nel mio dna lo trovo nella passione e pazienza di mio padre che mi sta aiutando giorno dopo giorno.