Ciao Paoletta; ancora due minuti da poterti dedicare.
I guanti di cui parlava Ade possono essere di questo tipo:
guanti-da-lavoro.jpg
sono più morbidi dei classici guanti da lavoro in cuoio e hanno la parte delle palme ricoperte di gomma, per un maggiore "grip", presa.
Secondo me possono essere molto utili per quando devi movimentare i pannelli o tavole di legno, per scongiurare la trafittura con possibili schegge di legno.
Per altre fasi di lavoro io preferisco quelli tipo sala operatoria (...deformazione prof.le!!
), sono più morbidi, più avvolgenti e ti permettono di compiere lavori di maggiore precisione, vestendo come una seconda pelle.
accessori-guanti-di-lattice-2.jpg
Anche di questi ne esistono di differenti spessori e morbidezze; li puoi trovare in qualsiasi grande magazzino o supermercato.
Cambiamo argomento.
Intanto facciamo una precisazione; in ambiente marino, nella nautica, nel mondo della vela, ogni cosa ha il suo nome e il suo scopo, il suo utilizzo.
Una corda può diventare "scotta" se serve a regolare una vela, può diventare "drizza" se serve a issare una vela, puo diventare "cima" se serve a fermare qualcosa, ormeggiare e così via.
Questo per dire che: una sagoma di legno che viene utilizzata per la costruzione di un'imbarcazione, sia essa un kayak o altro, prende il nome di "sesta" se, una volta ultimata la costruzione della stessa, sarà rimossa ( ne hai un esempio nella costruzione in "strip planking" o a listelli, che dir si voglia, che trovi anche qui sul forum. Se guardi le foto vedrai tante sagome allineate sul bordo delle quali, seguendo la forma della sagoma stessa vengono incollati in sequenza tanti listelli, fino al completamento della costruzione dello scafo.
Se queste sagome, invece, diventano "strutturali", ossia faranno parte "dell'ossatura" dell'imbarcazione, si chiameranno "paratie".
I pannelli che si fissano allo scalo possono essere chiamati con vari nomi; la mia bibbia in materia, il libro di Paolo Lodigiani sulla moderna costruzione delle barche in legno, riporta come nomi o "invasi" oppure "culle"; credo che anche "dime" possa andare bene.
Su "station" invece ho qualche dubbio (ma Aco che mastica meglio l'inglese potrebbe dirimerlo). Yost lo usa per le sue imbarcazioni ma, avendo una funzione strutturale, credo che possa essere assimilato dal termine paratia.
In merito a quello che ti attende il filmato di Aco è veramente prezioso e in pochi passaggi mostra tutte le fasi della costruzione con il sistema del cuci e incolla.
Io ti suggerisco anche un altro filmato che il grande Fabio aveva preparato per un "capoccione" duro di comprendonio ( questo per ribadire il concetto che io, ancora, sono un teorico e soprattutto un principiante, come te, che ancora nn ha costruito niente!!)
http://www.kayakinlegno.com/forum/viewt ... =88&t=3078
Questo video ti spega come dovranno essere montate le culle sullo scalo, quali accorgimenti adottare ( molti te li ha già detti Aco ma ......repetita iuvant!) e cosa dover sempre tenere sott'occhio.
Una parola va spesa anche sugli accorgimenti degli spessori.
Se aco ti ha già specificato che le distanze tra le varie culle dovranno essere prima misurate e segnate sullo scalo e poi collocate facendo attenzione che le marcature tracciate sullo stesso coincidano con la "mezzeria" del pannello che compone la culla stessa (...spero di essere stato chiaro....
), io vorrei aggiungere anche che,
dalle sagome delle paratie devi togliere lo spessore relativo a quello del pannello che compone la fiancata del kayak!!
Mi spiego meglio: tu, al momento di costruire, avrai tracciato sul legno di compensato la sagoma relativa alla paratia che dovrai alloggiare all'interno del kayak. da quella sagoma, rispettando la sua silouette, dovrai carteggiare, sempre rispettando la forma della sagoma stessa fino a togliere l'equivalente dello spessore del pannello che costituisce la fiancata.
Se tu hai usato, per la costruzione delle fiancate, pannelli di 4 mm, da quella sagoma di paratia, dovrai togliere 4 mm. Per fare questo puoi usare un "truschino" oppure, come penso di fare io, un compasso che abbia lo spillo più lungo della punta di grafite; aprendolo e bloccandolo alla giusta misura, basterà percorrere tutto il perimetro della sagoma per ottenere il nuovo profilo, più piccolo di 4 mm da carteggiare e così ridurre.
compasso e truschino.jpg
Se questo ragionamento è svbagliato, però, correggetemi subito!!
Dato che siamo nella stessa situazione puoi provare a leggere anche il post che avevo aperto io tanto tempo fa in cui racconto della costruzione ( molto lenta!!) del modellino che precederà la costruzione del modello reale.
Le difficoltà, i passi e dubbi sono gli stessi....
http://www.kayakinlegno.com/forum/viewt ... =94&t=3100
....magari riusciamo a procedere insieme aiutandoci e cercando di evitare errori comuni...
A presto
You do not have the required permissions to view the files attached to this post.